venerdì 3 marzo 2023

La Scientifica, kit essenziale 🔬

NEL LABORATORIO


Medicina Legale

La medicina legale ad indirizzo forense è quella scienza che utilizza le conoscenze della medicina ponendole a disposizione per l’accertamento di singoli casi di interesse giudiziario. 

Tra le principali attività della medicina forense ricordiamo: - il medico legale, che svolge tra le altre, una funzione molto importante quale l’autopsia, utile per risalire agli orari e alle cause del decesso. - il tossicologo forense, che studia i sintomi e le cause di avvelenamento causate da droghe, farmaci, veleni ecc. - l’antropologo forense, che studia i resti scheletrici ed assieme all’odontologia forense (che si focalizza sulla mascella) tentano di risalire al sesso dei resti, eventuali abusi o maltrattamenti subiti ed una approssimativa stima dell’età. - l’entomologo forense, che studia i cicli vitali dei diversi insetti sviluppati dalla decomposizione del corpo umano, utili per risalire alla data del decesso. 

Balistica Forense

La Balistica forense è una scienza che si occupa dello studio delle armi da fuoco impiegate in un delitto. Tale scienze è utile per risalire alle circostanze e alle dinamiche del delitto, ma anche per ricostruire le distanze in cui è avvenuto lo sparo, la tipologia esatta di arma impiegata. 

La Balistica forense è una scienza che si occupa dello studio delle armi da fuoco impiegate in un delitto, le munizioni e gli esplosivi. Esistono due tipologie di armi da fuoco: armi da guerra e armi da sparo. Le armi sono formate da tre parti principali: bossolo (punto di carica), borra, proiettile (di forma sferoidale, cilindrica o conica). La velocità di un proiettile è pari alla sua energia e grado di lesività, data dall’energia del proiettile che causa escoriazioni e ferite. 

La capacità dei proiettili di oltrepassare una ferita sulla cute è dovuta all’elasticità della pelle, dal foro d’entrata e dal foro d’uscita del proiettile: si tratta di ferite molto penetranti generate dal proiettile che passa per i tessuti cutanei. 

Tale scienza è utile per risalire alle circostanze e alle dinamiche del delitto, ma anche per ricostruire le distanze in cui è avvenuto lo sparo (moto di un proiettile), la tipologia esatta di arma impiegata. Lo sparo libera i gas e polveri che si espandono nell’aria: si tratta di miscele esplosive formate da sali di Piombo e Bario e residui di Antimonio. 

I colpi dello sparo possono avvenire: da lontano: il proiettile perfora il tessuto cutaneo dando origine ad escoriazioni; da vicino e “a contatto”: sono colpi che esplodono da una distanza di 50 cm andando a contatto diretto con la cute. 

Ricostruendo le dinamiche dello sparo e delle traiettorie, è possibile descrivere le lesioni provocate a livello cutaneo, scheletrico, indicando i fori d’entrata e d’uscita dei proiettili. 

Bloodstain pattern analysis

La bloodstain Pattern Analysis (BPA) o semplicemente analisi delle macchie ematiche, è la scienza che si occupa dello studio delle macchie di sangue presenti sul luogo del delitto, attraverso l’analisi della disposizione delle chiazze e la morfologia degli schizzi. 

Grazie a questa affascinante scienza è possibile risalire alle dinamiche dell’aggressione, ad eventuali spostamenti del corpo post mortem e molto altro ancora. 

L’analisi delle tracce ematiche è un metodo di scienza forense atto ad analizzare la morfologia degli schizzi, di chiazze o macchie di sangue sulla scena del crimine. L’utilizzo del sangue, come prova del reato, comunque, non è nuova in criminologia, sebbene attualmente vi siano metodi più avanzati. 

L’analisi si ottiene grazie alla conoscenza scientifica di concerto con altre discipline quali la biologia, la chimica, la matematica e la fisica. Seguendo un piano prestabilito di analisi è possibile ottenere ottimi risultati in merito all'investigazione scientifica. 

Ormai è opinione consolidata che l’analisi delle tracce di sangue attraverso una serie di indicatori può aiutare gli investigatori a rendere più nitido il quadro d’indagine. Tale scienza aiuta gli Operatori nel comprendere le seguenti determinazioni: - movimento di cose o persone mentre il delitto si stava compiendo; - posizione di cose o persone durante il sanguinamento; - movimento di cose o persone dopo il delitto; - modalità o l'arma utilizzata per il delitto; - direzione degli schizzi; - area originale dell’impatto “sul” o “con” il corpo; - il numero di colpi effettuati per realizzare il delitto. 

L’analisi delle tracce di sangue richiede una certa attenzione ed una notevole preparazione, accompagnata dagli altri metodi di investigazione, che non sono sempre scontati presso gli impiegati della polizia scientifica.

Grafologia Forense

La grafologia forense è una scienza che indaga le caratteristiche psicologiche di un soggetto analizzandone la grafia. 

Ai fini investigativi è molto utile per analizzare eventuali lettere, diari, documenti o scritti vari rinvenuti sulla scena del crimine. Detta materia è fondamentale in alcuni casi anche in sede probatoria nel dibattimento penale. 
La validità e l’attendibilità di questa tecnica non sono mai state validate scientificamente e la sua attendibilità risulta assai discussa. La metodologia d’indagine parte dal presupposto che la scrittura, superate le fasi dell’apprendimento, diventa un processo automatico, risultato delle risposte motorie ai neuroni. Il gesto grafico, quindi, viene interpretato come “gesto espressivo”. Tali risposte comportamentali non possono essere che uniche, come esclusive sono le esperienze emozionali degli individui. 

Da queste premesse deriverebbe la possibilità di interpretazione della scrittura per la descrizione della personalità umana, un’indagine che nella visione della scuola grafologica morettiana comprende anche l’aspetto somatico, sia dal punto di vista morfologico sia da quello espressivo. 

L’utilizzo della “grafologia somatica”, tuttavia, è piuttosto marginale nelle ricerche e nella pratica attuale. Il grafologo deve essere a conoscenza dello stato d’animo e le aspettative del soggetto nel momento in cui scrive; cerca di interpretare lo stato d'animo dello scrivente in base al tipo di movimento che sta alla base dell'atto grafico. Studia il tratto: la leggerezza o la pesantezza, la direzione curva o diritta, la nettezza dei bordi e così via. 

Il grafologo deve capire lo stato di spontaneità o meno dello scrivente; spesso infatti l’autore tende a mascherarsi imitando un modello o cercando di fornire una certa immagine di sé. Il primo principio è l’analogia fra il carattere e la scrittura; in fondo quando andiamo a comperare un vestito ne scegliamo uno adatto, e perciò in qualche modo simile a noi, quindi a maggior ragione la scrittura, manifestazione intima dell’uomo, non può che essere in relazione con le emozioni e le porta a galla inevitabilmente. Un altro principio fondamentale è il simbolismo, dato che i soggetti appartenenti ad una certa cultura condividono alcuni simboli fondamentali e la scrittura stessa proietta simboli collettivi o individuali. 

Il colore del foglio, del tratto possono essere un simbolo di uno stato d’animo ben preciso. La grafologia differisce dalla perizia calligrafica in quanto la grafologia si occupa della personalità del soggetto, mentre la perizia calligrafica è una comparazione scientifica di segni grafici allo scopo di stabilirne giudizialmente la autenticità e la riconducibilità all’autore. 

Le perizie calligrafiche si conducono utilizzando strumenti di precisione come il microscopio stereoscopico digitale, per poter studiare la pressione della scrittura. La pressione della scrittura è un indice per individuarne l’autore in quanto una persona scrivendo in velocità non riuscirà mai a emulare la pressione grafica di un’altra. Stando a numerose pubblicazioni, la grafologia non sarebbe in grado di determinare in maniera affidabile le caratteristiche personologiche del soggetto. 

A più riprese i tentativi di validazione della tecnica grafologica hanno dato risultati scarsi o nulli, motivo per il quale a tutt'oggi la grafologia non viene annoverata tra le tecniche psicodiagnostiche e ne viene sconsigliato l'utilizzo nell'ambito della selezione del personale. 

Psicologia Forense

La psicologia forense è quella scienze della psicologia che studia il comportamento psicologico di un criminale. E’ una scienza assai vasta che possiede molteplici campi di intervento sia per quanto riguarda la fase giuridica, mediante le perizie psicologiche, sia per quanto riguarda la fase investigativa (come l’attività di criminal profiling). 

La psicologia forense gode del largo contributo di altre discipline, quali il diritto penale e la criminologia e svolge un ruolo primario nella comprensione di rilevanti casi giudiziari, di concerto con altre figure professionali coinvolte nel caso di specie. 

Un importante aspetto di questa disciplina, come vedremo meglio fra poco, è lo studio della cosiddetta “psicologia della testimonianza”. Funzione centrale del consulente è quella di somministrate informazioni tecnico- psicologiche agli inquirenti attraverso l'utilizzo di un lessico tecnico e ripetibile. 

Lessico tale da risultare comprensibile anche a chi non è psicologo: poniamo il caso del P.M. o del Giudice designato. Per svolgere in modo proficuo il proprio ruolo tecnico lo psicologo forense deve conoscere l’etica, le regole e la prassi giuridica. Deve partecipare al contraddittorio, anche tra le parti, e nel suo ruolo saper discernere ciò che è tecnico ed essenziale nel fascicolo e quello che, invece, è irrilevante. 

Una mancanza anche minima delle proprie competenze può inficiare, senza possibilità di appello, la sua credibilità ed utilità al processo. Nei diversi ordinamenti giudiziari, le domande poste dal magistrato allo psicologo forense non riguardano solo valutazioni psicologiche per determinare la capacità di intendere e di volere dell’imputato. 

Lo psicologo forense tratta anche e soprattutto questioni di più ampia rilevanza processuale come i pareri sul trattamento od ogni altra informazione richiesta dal giudice. Tali incombenti spaziano dalle consulenze tecniche sui fattori concomitanti il reato, sul rischio di recidiva, sull'attendibilità delle testimonianze, sulle misure alternative alla detenzione di sicurezza, ecc. 

Le sue competenze sono anche richieste nella formazione e nell’accreditamento del personale di polizia penitenziaria, di altri organi delle forze dell'ordine ed in particolare, negli ultimi anni anche dei soccorritori sulla scena del crimine. 
 
Tossicologia forense 

Il tossicologo forense, che studia i sintomi e le cause di avvelenamento causate da droghe, farmaci, veleni ecc. La tossicologia è la disciplina che studia i veleni: tutte le sostanze tossiche possono causare effetti negativi in un organismo. 

La tossicologia forense include competenze di tossicologia generale e chimica finalizzate allo studio di casi di intossicazioni, avvelenamento acuto o cronico, alcolismo e tossicodipendenza. La figura del tossicologo forense è rilevante per eseguire le indagini sul cadavere, ad esempio nei casi di morte per avvelenamento, in cui si esegue il prelievo della sostanza tossica raccolta in campioni poi esaminati in laboratorio ricorrendo agli opportuni metodi analitici. Occorre tenere conto del fatto che, molte sostanze, si concentrano non solo nel sangue ma anche nelle urine, nei visceri e nei capelli 

Antropologia forense

L’antropologo forense, che studia i resti scheletrici ed assieme all’odontologia forense (che si focalizza sulla mascella) tenta di risalire al sesso dei resti, eventuali abusi o maltrattamenti subiti ed una approssimativa stima dell’età.

Nelle scienze forensi, le tecniche di odontologia forense, consentono di studiare l’apparato dentario per ricavare le prove ai fini di giustizia. Queste metodiche si eseguono sul cadavere o sui resti per identificare l’epoca della morte, il sesso e l’età. Anche lo stato di intossicazione da sostanze chimiche e l’uso prolungato di farmaci possono alterare lo stato dentale.

Entomologia forense 

L’entomologo forense, che studia i cicli vitali dei diversi insetti sviluppati dalla decomposizione del corpo umano, utili per risalire alla data del decesso. 

Quando inizia la putrefazione cadaverica, il cadavere si ricopre di una grande quantità di funghi, insetti e batteri che si nutrono dei tessuti. Tra questi insetti sono presenti anche le mosche: esse depongono le loro uova subito dopo il decesso e dopo il rigonfiamento cadaverico subentra un odore caratteristico.

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