lunedì 20 febbraio 2023

PIZZAKEBAB, il mio libro investigativo


PIZZAKEBAB, IL LIBRO


🤔 Cosa sappiamo di immigrazione, criminalità e mafie straniere in Italia? 
Siamo invasi da chi vuole sostituire le nostre tradizioni e imporci barbare usanze? 🤔

Qual è il rapporto tra sicurezza, carcere e delinquenti extracomunitari? 🤔

Prostituzione, cocaina, sale scommesse da chi sono gestite veramente? 💰💊💰
Potere, soldi, sangue in ogni dispaccio informativo, in ogni vicolo e anfratto. 
Verità che s'intrecciano con fake news fino a diventare irriconoscibili. 📰🚫

Pizzakebab affronta senza giubbotto antiproiettile fatti spaventevoli mitragliati a colpi di Kalashnikov da telegiornali e social. 🔫😱

Pizzakebab è un viaggio oscuro e adrenalinico tra delinquenze comuni e mafie straniere bramose di conquistare il territorio italiano. 🌎💀

Un viaggio tra periferie ischemiche e desolate, ipertrofiche di cemento, illuminate da lampioni come tic e flebili lampeggianti blu Polizia. 🏢🚨

Una narrazione sussurrata da denti bianchissimi e cravatte impeccabili, urla lancinanti di vittime sole e disperate. 🗣😢

Pizzakebab parte dal Sudamerica, lambisce le periferie gialle di povertà di Benin City per poi imbarcarsi dal porto di Tangeri verso la Mamma che aspetta sempre calda e vogliosa al porto di Gioia Tauro. 🛳🌍

Un libro da leggere con il corpo, la pelle, lo stomaco, il dolore. Buon viaggio. 📚💪😔

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Leggi un estratto!
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Mafia nigeriana, Mafia albanese, Mafia maghrebina, Mafia cinese, Mafia italiana, Mafia russa: si fa preso a dire mafia, ma siamo sicuri di saperne abbastanza?

La mafia è un’organizzazione criminale che utilizza, a piene mani, l’intimidazione per commettere reati e acquisire la gestione e il controllo di aziende del tessuto sociale sano, appalti pubblici e servizi, al fine di rafforzare il controllo del territorio e dei profitti economici (Paoli, 2003; Finckenauer, 2005; Lavorgna e Sergi, 2014). La presenza della mafia non crea ricchezze bensì è mortifera per lo sviluppo sociale ed economico del Belpaese come metastasi nascoste in un mela. 

In particolare, per mezzo di strumenti violenti e banditeschi, Mafia S.p.a. ostacola lo sviluppo finanziario, culturale e umano dello stato che attacca attraverso l’infiltrazione dei suoi membri nei più importanti gangli istituzionali e politici (Ruggiero, 2010; Pinotti, 2015; Savona, 2015).

Analogamente ad altre organizzazioni criminali, la mafia condivide in particolare con il sistema bandistico alcune caratteristiche sociali e antropologiche come il raggiungimento di uno status superiore, potere, rispetto e un senso di protezione dalle minacce sociali (Taylor, 2008; Goldman, 2014; Travaglino, 2014). Per quanto riguarda le organizzazioni criminali possiamo ben affermare che esse forniscono un’identità sociale distintiva e un senso di appartenenza particolarmente seducenti per i giovani che affrontano alti livelli di insicurezza lavorativa, disoccupazione e politiche giovanili deboli (Travaglino, 2014; Di Blasi, 2016). 

Il caso di studio più significativo è la mafia siciliana che mostra alcune caratteristiche distintive e primordiali quali: una struttura interna più formale, attività economiche e relazioni politiche ben definite, codici di condotta specifici, soprattutto se paragonati alle bande, ai narcos, alle Farc, a chi porta avanti il Jihad etc (Paoli, 2003; Travaglino, 2014). 

Inoltre la mafia mantiene il monopolio della violenza e il controllo di un territorio poiché assicura illegalmente diversi servizi che lo Stato non è in grado di somministrare ai cittadini (Gambetta, 1993; Paoli, 2003, 2004; Schneider e Schneider, 2005); la mafia richiede ai suoi membri il giuramento di fedeltà per tutta la vita: si esce solo morti (o da morti) (Paoli, 2003; Lo Verso e Lo Coco, 2004). La minaccia o l’uso efficace della violenza viene anche impiegata per imporre l’obbedienza alle comunità in cui il sistema mafioso esercita la sua influenza e per spaventare o eventualmente eliminare coloro che si oppongono al potere e alle attività economiche dell’organizzazione criminale (Travaglino, 2014). Mafia, ‘Ndrangheta, Camorra, quel che resta della Sacra Corona Unita, Mafia Capitale: non vi è mai una sola declinazione del Male Organizzato. Attraverso una vasta infiltrazione del tessuto vitale delle comunità, la mafia esercita una forma di controllo sociale che può essere descritta come un sistema di sicurezza privato che garantisce protezione, imponendo nel contempo il rispetto delle regole dell’organizzazione criminale (Gambetta, 1993). 

Questo controllo sociale implica sottomissione e omertà (la legge del silenzio) sia per gli affiliati che per i comuni cittadini (Paoli, 2003; Lo Verso e Lo Coco, 2004). Un disvalore quale l’omertà richiede il dovere di lealtà, obbedienza e silenzio degli affiliati e quando queste regole vengono trasgredite i membri vengono puniti con l’uso di crudeltà e con la morte. Tuttavia la legge del silenzio si applica a tutti gli altri e implica di evitare la collaborazione con le Forze dell’Ordine, i preti e tutti coloro che indossano divise. 

Gli studiosi del crimine, anche recentemente, hanno evidenziato chiaramente come nelle organizzazioni criminali italiane l’omertà sia una patologia socioculturale legata ai concetti di onore, patriarcato e mascolinità (tossica). Il legame tra onore e mascolinità deviata è evidente nelle espressioni linguistiche come “uomini d’onore”, “contasti onorati”, “appartenenti al sistema” (Paoli, 2003 ), che descrivono gli affiliati a Cosa Nostra. 

È richiesto un vero uomo d’onore per poter vendicare crimini e offese senza l’aiuto delle autorità e degli sbirri. 

In particolare, la maggiore accettazione da parte degli individui dell’omertà e l’ideologia legata all’onore era collegata sia alla percezione di una maggiore legittimità delle organizzazioni criminali sia a un minor numero di intenzioni di azione collettiva contro di esse. Come evidenziato in letteratura, Mafia Inc. influenza il contesto italiano non solo dal punto di vista economico e politico, ma indebolisce anche l’intero sistema comunitario compromettendo il capitale sociale, i valori, le identità sociali e le rappresentazioni mentali. 

Gli effetti del crimine organizzato italiano sono stati ampiamente esaminati dal punto di vista sociologico, economico e storico, poche ricerche però si sono concentrate sull’influenza che la mafia esercita sugli individui e sulle comunità in termini di impatto psicologico e sociale. Negli ultimi due decenni importanti autori hanno studiato la mafia da una prospettiva psicologica al fine di ottenere una comprensione più profonda della cultura e della mentalità alla base dei comportamenti mafiosi. 

Questi studi hanno messo in evidenza come i Sistema mafioso generi sofferenza e angoscia sia nei membri della famiglia che nelle sue vittime. 

La mafia è sempre più forte e, allo stesso tempo, ha raggiunto livelli di invisibilità fuori dal comune permeando anche le nostre menti di “gente timorata di Dio”. Perché se un bambino di etnia rom ruba una borsetta o uno straniero delinque urliamo: “dignità italiana”, “via dal nostro paese”, “la cittadinanza si suda”, “mi devo difendere pure con le armi se entrano in casa” mentre sulle mafie commentiamo poco o nulla? 

A voi non sconvolge che l’ndrangheta abbia filiali in ogni paese d’Europa, che la cocaina nel vecchio continente sia praticamente un monopolio delle nostre mafie che detengono l’80% del mercato? Perché ci fa più paura l’Islam della camorra che pesa per l’1% del Pil italiano? Libri, convegni, occasioni di presenze sociali di lunga durata che coinvolgono la società civile e la pubblica amministrazione cambiano corpi, anime e prevengono altra morte e dolore. 

Perché vi è una bramosia di capire, scovare, percepire che non da tregua. Vi è sotto cumuli di indifferenza, ne sono certo, un’ancestrale necessità in ognuno di noi di comprendere e scendere nelle complessità, fossero anche cantinole buie e spaventevoli. 
Un esempio? Circa l’80% delle migranti arrivate via mare in Italia è probabile vittima di tratta. Vengono fatte partire verso l’Europa con la promessa di un lavoro come commessa, aiuto parrucchiera o addetta alle pulizie. 

Prima del lungo viaggio sono sottoposte a un rito voodoo arcaico a garanzia del debito contratto con l’organizzazione. 

L’anima viene presa dallo stregone, tenuta in ostaggio dalle mafie e restituita dopo essere stata ricomprata a caro prezzo. Se la vittima non paga o non fa quello che le viene ordinato la maledizione ricadrà sulla ragazza, su tutti i suoi famigliari e l’anima non le verrà mai più restituita. Durante la traversata vengono picchiate, violentate, umiliate, costrette alla fame. Alcune non ce la fanno, i loro corpi ancora troppo giovani non sopportano tutto quel dolore, muoiono e vengono buttate in mare. 

Quelle che sopravvivono e riescono a sbarcare si fingono in buona salute e si dichiarano maggiorenni, così sarà più facile per i loro carnefici prelevarle. Gli aguzzini della tratta sanno che in Italia ci saranno la camorra di Castel Volturno, la ‘Ndrangheta di Africo, le bande pugliesi, la mafia nigeriana e le madame italiane e straniere ad occuparsi di loro. Un meccanismo perfetto, un’offerta low cost competitiva e di grande quantità. Clienti italiani ed europei bramosi di nuove ragazze non mancano di certo, clienti che accosteranno impazienti su ogni arteria impazzita da traffico ischemico e tumorale che porta alle periferie abbandonate delle nostre coscienze. 

Riusciremo a capire? Non ne ho certezza e, forse proprio per questo, il viaggio è ancora più urgente.

Benvenuti a Pizzakebab.

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